17.12.11

"le risoluzioni definitive si prendono sempre e soltanto per uno stato d'animo che non è destinato a durare"

parole appuntate sotto il vetro,
le guardo, le esamino.
esemplari estinti
alcuni mai esistiti.

"Live you must and let to live,
Fairly take and fairly give.
True in love, ever be,
Unless you love be false to you."
recitano le fate dei boschi.
il mio fragile ordito contro la tua debole trama
spezzata,
in filigrana i miei cari ideali,
e i tuoi cari inganni,
dispari,
polvere nella luce
abbagliante della scelta
che frantuma.
brillano a terra i pezzi di vetro
dispari.
al contatto con l'aria
le parole si dissolvano
rivelando il respiro
dello spazio che lasciano.

15.12.11

Recisione




E all'improvviso
la foltezza salicea!
selvatica, fascinosa,
raccolta, ammicante;
iridi cangianti con le ore con le stagioni, con gli inganni coronari, incorniciati di nero
a sottolineare le rigide incoerenze
a nascondere le debolezze, le incertezze
a fingere l'assertività e la fertile solidità
del territorio boschivo
ricco
di gemme, pentagrammi e spiriti
an-dro attorno a me,
incantata
dall'energia panistica
ricca
di larghi raggi obliqui che fendono la densità dei tronchi altissimi,
dall'odore intridente
ricco
di fungo, di muschio, di desiderio carnale;
rapita
dai colori vividi distillati dall'aurea tua:
le radici bruciate e le volute di fiducia,
la carne trascurata e fra le mie braccia i fremiti della libertà creativa,
il tuo vacillamento decisionale, i tuoi desideri balbettanti,
l'infatuazione indistinta e rinchiuso nella rabbia soffocata
lo spettro cristallino dell'amore incondizionato,
la caducità interlocutoria affogata nella paura abissale e il meraviglioso canto dei cetacei,
le prospettive offuscate, la gabbia dipinta e il cammino con la brezza in mente,
i mille petali della burrasca di emozioni azimutati
e la luce dell'unità sacra.
E all'improvviso

.

14.12.11

c'est assez

Ah!, quante cose perdute
che perdute non erano.
Tutte le serbavi tu.


Minuti grani di tempo,
che portò via un giorno il vento.
Alfabeti della spuma, 
che un giorno il mare travolse.
Io li credevo perduti.


E perdute le nubi
che pretendevo fermare
nel cielo
fissandole con occhiate.
E l'allegria alta
dell'amore, e l'angoscia
di non amare abbastanza,
e l'ansia
di amare, di amarti, di più.
Tutto perduto, tutto
nell'essere stato un tempo,
nel non esistere più.


E allora sei venuta
dal buio, radiosa
di giovane pazienza profonda,
agile, perche non pesava
sui tuoi fianchi snelli,
sulle tue spalle nude,
il passato che tu,
così giovane, portavi per me.
Ti guardavo alla luce dei baci
vergini che mi hai dato,
e tempi e spume
e nubi e amori perduti
furono salvi.
Se da me fuggirono un giorno,
non fu per morire
nel nulla.
In te continuavano a vivere.
Ciò che chiamavo oblio
eri tu.

Pedro Salinas
"Requiem pour un Cétacé"